Un lungo racconto delle proprie vite, tra amici che si ritrovano,
ma, che in fondo, non si sono mai persi. Uno spaccato della società
descritto attraverso le canzoni di uno dei più importanti artisti del
Dopoguerra.
È ‘dietro il velo di G – teatro canzone di Giorgio Gaber’, lo
spettacolo che l’associazione culturale giovanile Bisse, porterà in
scena al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto sabato 28 (ore 21)
e domenica 29 novembre (ore 17).
Due serate in cui il gruppo spoletino, come accade ormai da tre
anni, ricorda l’amica Gaia Ferretti, artista e componente
dell’associazione, e l’’aggiorna’ su ciò che è accaduto nel mondo:
sulle vittorie e sconfitte della società; sulle gioie e le paure
personali che si avvicendano in una vita che lei ha lasciato troppo
presto.
Per questa edizione di ‘dietro il velo di Maya’ – titolo scelto tre
anni fa per dare il via a queste iniziative promosse per ricordare
Gaia in occasione del suo compleanno – Bisse prende in prestito le
parole e le musiche di Gaber e le porta sul palco, grazie a
un’orchestra di 20 elementi, al suo coro, agli amici di sempre Helge
Sveen e Banda Liberatori e tanti altri, oltre alla partecipazione
straordinaria degli attori Francesco ‘Bolo’ Rossini, Michele Nani e
Giulia Zeetti che interpreteranno i celebri monologhi attraverso cui
il ‘Signor G’, assieme a Sandro Luporini, ha saputo analizzare l’uomo
e il suo contesto.
Il ricavato delle due serate sarà devoluto a favore
dell’associazione Amici di Sabrina Fadini Onlus, che da anni si occupa
di ricerca scientifica contro i linfomi delle cellule T.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita sul circuito Ticket
Italia (http://www.ticketitalia.com/) e presso i suoi punti vendita
(a Spoleto Box25, in piazza della Vittoria 25) dal 1 novembre, e
direttamente in teatro nei giorni degli spettacoli.
Dopo Fabrizio De André, l’associazione spoletina, che ha festeggiato
recentemente il suo quattordicesimo anno di attività, si confronta
quindi con un altro cantautore che ha contribuito a scrivere la storia
della musica italiana. Quasi due ore di canzoni e monologhi, di
chiacchiere tra amici, per guardare oltre il Velo; per comprendere
meglio la realtà e, quando essa è avversa, trovare nuove forze per
affrontarla. Perché, per dirla alla Gaber, in fondo “non è mai finita,
e tutto quel che accade fa parte della vita”.
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